domenica 26 novembre 2017

il primo appuntamento...

Pensieri sparsi (e non proprio coerenti) sull'effetto di un concerto...

Ieri sera sono finalmente stata al mio primo concerto di Vinicio Capossela, la mia prima volta è sempre un momento importante. Apprezzo la musica e i mondi che Vinicio svela nelle sue canzoni, e vederlo dal vivo era ormai una sorta di passaggio obbligato, avevo bisogno, in un certo senso, di fare finalmente conoscenza carnale con questo artista che ha parole e musica che mi scuotono sempre dentro.    

Sono arrivata in stazione a Venezia, con la città illuminata resistente al buio. Venezia normalmente mi predispone l'animo all'idea del sogno, all'idea dell'alternativo, immaginarsi le calli percorse da donne e uomini imparruccati, in altri tempi e altre vite mi lega alle corde dei passati e presenti.
Sono arrivata in teatro e mi sono seduta al mio posto, in attesa, tra i suoni di civette e una nebbia sottile. 
Poi inizia il concerto, ombre e suoni che si mescolano e mi fanno entrare in un mondo tra l'onirico e il selvaggio. Parto per il mio viaggio nei mondi di Vinicio dove la malinconia si mescola al sorriso, la follia alla bellezza e la goliardia alla serietà. 
Un concerto dal vivo è qualcosa che io reputo speciale, è un incontro intimo e personale con la musica e la vita di una persona, questo pensiero mi mette un po' in imbarazzo, mi sembra di invadere uno spazio personale e privato, ma è questo in fondo il bello dell'arte: che trasforma il privato in universale, questo è ciò che mi affascina di più, scorgere tra le note e le parole una vita viva, raccolta nello spazio di poche ore, che assomiglia sorprendentemente alla mia. 
Una favola musicata dopo l'altra, le ombre definiscono e svaniscono. La musica diventa parte dell'aria che si respira, non la ascolto più solo con le orecchie ma con il corpo, entra con il respiro e dai polmoni va la cuore, allo stomaco, al fegato, vibrando e seminando emozioni vivide, che si assommano e si contrastano, fino a sgorgare dagli occhi. 
Poi le ombre lasciano il posto ad altri luoghi, mentre il concerto continua mi ritrovo a fare mille pensieri, trascinati dalle parole, la musica ma anche solo il suono delle parole di per se già musica. Ad un certo punto chiudo gli occhi e la risacca della musica arriva ancora più forte. 
Finisce il concerto e resto un po' a metà, sospesa con la testa in questo mondo vero di fantasia. E' la sensazione che amo di più, lo strascico dell'arte, della creatività, che mi avvolge come un bel mantello per un paio di giorni. 
Sono grata a Vinicio per avermi permesso di sbirciare dalla sua finestra, è stato bellissimo.