L'altro giorno, mentre sceglievo la musica per la lezione, scorrendo tra la musica nel mio Ipod, un vecchio cd, che avevo comprato ad uno dei primi stage che avevo fatto un numero indefinito di anni fa, si è fatto nuovamente notare.
La musica è partita e mentre facevo riscaldamento con le mie allieve, hanno cominciato a riaffiorare ricordi ed emozioni. Ho scoperto che quella canzone è indissolubilmente legata al ricordo di uno dei miei primi stage. Riascoltarla oggi, dopo un periodo in cui la mia relazione con la danza orientale ha vissuto alti e bassi, riascoltare quella canzone non è stato un caso, è stato un nuovo spunto.
Mi sono ritrovata a pensare ai miei primi passi in questa forma d'arte, alle mie prime esperienze come allieva, la sensazione che tutto fosse lì per me da imparare, la gioia di sentire che ogni lezione, ogni stage portava qualcosa di più alla mia danza, la sensazione che ci fosse talmente tanto da imparare che non ce l'avrei mai fatta a conoscere tutto.
Ero nella prima fase dell'innamoramento, quando tutto è bello, positivo, intrigante, quando danzare ti fa sentire leggera, libera. Quando tutto è nuovo e preludio di scoperte incredibili.
Poi la danza diventa più "normale", inizia a far parte di te e come nelle relazioni con le persone cominci a scoprirne i "difetti", le difficoltà della vita quotidiana, le musiche diventano parte della routine, la tecnica si fissa e se da una parte sembra di fare meno fatica, dall'altra sembra che si restringa sempre di più il campo delle cose che restano da imparare. Ad un certo punto, diventa sempre più difficile entusiasmarsi, appassionarsi a qualcosa.
Nonostante tutto ho continuato sempre a fare stage e lezioni, ad approfondire la danza, nelle sue diverse accezioni, a esplorare nuovi modi di intendere la danza. Ma quello che prima mi era facile, quasi naturale, era diventato quasi insopportabile.
Poi altre strade si sono aperte, ho incontrato nuove persone, nuove danzatrici, nuovi modi di fare danza orientale e la scintilla aveva ravvivato il fuoco, ma non era più come prima.
L'altro giorno invece riascoltando Fakkarouni, (una delle perle della musica Araba), qualcosa di nuovo è successo: mi sono ritrovata a ri-innamorarmi di nuovo come tanti anni fa, della Danza Orientale.
Il mio corpo, il mio cuore, la mia mente, hanno ripercorso i passi e la sensazione di gioia totale, quasi infantile, l'emozione che avevo provato quel giorno imparando la coreografia su questa canzone, facendo fatica, ma sentendo la musica scorrere nei miei movimenti, ancora impacciati, ma vissuti.
Stamattina rileggendo il testo della canzone mi sono scoperta a sorridere, quale altra canzone se non una che parlava di memorie e sentimenti mai sopiti, poteva essere la messaggera della rinascita del mio amore per questa danza!? Così ho deciso di scrivere questo nuovo post, forse un po' delirante, (ma in fondo l'amore è in parte delirio, no?), per raccontare a chi come me ha attraversato o sta attraversando un momento burrascoso con la Danza Orientale, che anche quel momento difficile è parte del viaggio nell'apprendimento di una forma d'arte, che anche se può essere difficile e doloroso a volte, quel momento difficile di abbandono e riscoperta, di odio/amore, forse proprio quel momento lì ci permetterà di riassaporare la danza ancora più profondamente. In fondo per essere felici, bisogna aver conosciuto anche la tristezza, e per me, nella danza è un po' così, dopo averla sentita così lontana ricongiungermi di nuovo con lei è un momento fondamentale per fare di me un'artista più completa, una persona più vera e serena. Non perdete la speranza ;)
Buona danza
Francesca